Riflessioni Settimanali


Sì, io sono Re PDF Stampa E-mail
Scritto da Don Giampaolo   

Gesù  si  riconosce  Re  quando  lo  conducono  prigioniero dinanzi  a Pilato.

Tutto un mistero. Di quale potere si tratta? Del potere che serve, che  promuove  la  vita,  che  dà  priorità  ai disprezzati  e  che offre la propria vita per amore.

Cristo è Re, ma non alla maniera di questo mondo. Non ha sudditi, ma discepoli che ascoltano la sua voce e lo seguono. Regna senza governare.  Il  suo  Regno  non  si  basa  sul  potere,  ma  sul  servizio. Regna   dalla   Croce, “perché  abbiano  la  vita  e  l’abbiano  in abbondanza”.

Quelli  che  accettano  Gesù  come  Re hanno  la  missione  di  vivere  e lavorare perché la verità di questo Re affronti e vinca istituzioni e realtà  ingiuste.  Come  diceva Unamuno, “verità  non  è  ciò che  fa pensare, ma ciò che fa vivere”.

La  Chiesa,  solo  se  si  spoglia  del potere temporale ha l’autorità di annunciare “la giustizia, la pace, la fratellanza, l’amore, la verità e la vita, la grazia e la santità”, come proclama il prefazio di questa festa di Cristo Re.

 
Fiducia Piena PDF Stampa E-mail
Scritto da Don Giampaolo   

La vedova, povera e indifesa comprende pienamente l’essenza del Vangelo: abbandono totale e incondizionato nelle mani di Dio Padre.

Davanti a una generosità sensata e calcolata, l’osservazione di Gesù è schietta e inquietante: “Questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri”.

Curiosa aritmetica! La monetina della vedova vale molto di più delle grandi quantità dei ricchi. Il motivo è chiaro: “Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere”.

La vedova povera è una delle immagini più belle di Gesù stesso. Egli è colui che ha dato più di qualunque altro a Dio e all’umanità. Per questo la vedova è l’ultimo personaggio che il Vangelo di Marco ci presenta prima della passione. Lei rifiuta i nostri calcoli egoistici, le nostre paure per il domani.

In lei brilla il dono della fede: “Do tutto perché non ho paura di nulla”.

 
Vendi quello che hai, poi vieni e seguimi PDF Stampa E-mail
Scritto da Don Giampaolo   

Il giovane ricco credeva di possedere dei beni, ma in realtà ne era lui posseduto.Tuttel e sue energie interiori, affettive le aveva sottoposte a quella ricchezza. E si aspettava che Gesù benedicesse quella sottomissione. Il giovane in qualche modo sentiva di avere bisogno di salvezza.

Gesù per prima cosa lo fa sentire amato. Poi gli propone di amare.

Le sue parole provocano una crisi nel ricco.Tristezza e afflizione sono le conseguenze dell’amore frustrato, che ha sbagliato obiettivo. Dureranno finchè dura l’attaccamento ai beni. Quando la ricchezza (soldi,capacità,intelligenza,cultura,qualità, possibilità...) chiude il nostro cuore, ci è impedito di amare e di pensare l’esistenza in maniera nuova e creativa.

Ciò che hai e non dai ti impedisce di entrare nel Regno.

 
Il Signore è il mio Pastore PDF Stampa E-mail
Scritto da Don Giampaolo   

Insieme al Gesù profondamente umano, preoccupato per il riposo degli apostoli, brilla anche la compassione del Buon Pastore che prova misericordia per coloro che lo seguono.

Sente che il popolo è disorientato, abbandonato alle proprie forze, ma ha voglia di vivere.

E si mette a insegnare loro con calma.

Abbiamo bisogno di “pause” e di “silenzi” nel vivere quotidiano, per rinnovarci e guardare in profondità ai vicini e ai lontani, alle moltitudini in cerca di vita, di maggiore e migliore vita.

Dicono che ai nostri tempi ci sono pochi leader. Che aspettiamo? Arde veramente in noi la passione per il Regno? La Comunità Cristiana continua nel tempo la missione di Gesù, missione di compassione e di fiducia.

 
Un solo Dio, ma non un Dio solo PDF Stampa E-mail
Scritto da Don Giampaolo   

Celebriamo questa domenica il giorno della Santissima Trinità. Tre Persone Divine e un Dio solo.

Un giorno per la riflessione e per il riposo che porta ad agire secondo il cuore di Dio. Trinità significa unità nell’amore.

Padre, Figlio e Spirito non sono insieme e basta; sono profondamente uniti nell’amore. L’unità non è essere insieme, ma contare gli uni sugli altri perché ci amiamo.

Trinità significa amore che crea unità. L’unione non si può imporre, si ha solo ed esclusivamente nell’amore. Chi ama fomenta e dà unità. Vivere in unità è esistere amando. Sono uguali e diversi. Sono uguali perché al loro interno non c’è subordinazione. Sono diversi perché ciascuno ha la sua identità. Lavorano uniti nell’amore rimanendo diversi.

La santissima Trinità ci spinge alla ricerca e alla pratica di questi grandi valori nella società, nella famiglia, nella parrocchia.

 
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