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Ultimo aggiornamento Martedì 05 Ottobre 2021 20:48
 
Il Mattino di Pasqua PDF Stampa E-mail
Scritto da Don Mattia   

Cari fratelli e care sorelle, ancora una volta il bollettino bussa in tutte le case delle nostre Comunità in occasione della Pasqua del Signore.

Il motivo di questo sforzo è proprio questo: desideriamo che a tutti giunga l'augurio di buona Pasqua; non possiamo rivolgerlo a quel 10% di parrocchiani che frequentano la chiesa la domenica, ma lo annunciamo a tutti: il Signore è risorto, è veramente risorto! è questo il centro della nostra fede, l'evento della passione, morte, sepoltura e risurrezione del figlio unigenito di Dio. L'evento nel quale Dio rende visibile e presente il suo amore per ogni uomo; l'evento nel quale Dio riscatta ogni uomo dalla morte offrendo se stesso e liberando l'uomo della schiavitù del peccato per dargli la libertà di essere figlio adottivo, figlio nel Figlio, figlio che si riconosca amato.

Quest'anno abbiamo la possibilità di trovarci insieme per vivere quest'evento; rispetto all'anno scorso, quando eravamo chiusi in casa, è già un passo avanti, anche se, come potrete vedere dagli orari delle prossime facciate, non ci è permesso viverla come gli anni passati; l'adorazione delle 40 ore è ridotta del 90%; non ci saranno né processioni né Viæ Crucis; la proposta per celebrare le confessioni sarà prevalentemente quella comunitaria di martedì e mercoledì; i cori non possono trovarsi a fare prove; le celebrazioni stesse verranno vissute con qualche ulteriore attenzione; anche noi preti il giovedì santo non potremo partecipare alla messa del Crisma, se non una piccola rappresentanza.

Eppure è Pasqua!

Come già scrivevo in queste righe mi piace pensare che tutto ciò ci permetta di andare all'essenziale o, meglio, al fondamentale, a ciò che sta alla base della nostra fede: la memoria viva di ciò che il Signore ha fatto per noi, resa attuale nei riti che ci sono stati tramandati affinché anche noi ne facciamo esperienza. Sarà ancora una volta commovente nella veglia pasquale celebrare i sacramenti di un piccolo gruppo di bambini, affinché la Pasqua di Cristo riempia la loro vita. L'immagine che mi accompagna in questi giorni è quella delle donne che all'alba del primo giorno dopo il sabato vanno al sepolcro e ricevono l'annuncio della risurrezione da parte degli angeli. Come loro, anche noi siamo all'alba di un nuovo periodo per il mondo intero, stiamo uscendo lentamente da un tunnel che ha segnato nel profondo le nostre vite, ma la luce di un giorno nuovo sta inevitabilmente arrivando.

Buona Pasqua

Don Mattia

 
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER LA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2020 PDF Stampa E-mail

 

Cari fratelli e sorelle,

 

Desidero esprimere la mia gratitudine a Dio per l’impegno con cui in tutta la Chiesa è stato vissuto, lo scorso ottobre, il Mese Missionario Straordinario. Sono convinto che esso ha contribuito a stimolare la conversione missionaria in tante comunità, sulla via indicata dal tema “Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel mondo”.

In questo anno, segnato dalle sofferenze e dalle sfide procurate dalla pandemia da covid 19, questo cammino missionario di tutta la Chiesa prosegue alla luce della parola che troviamo nel racconto della vocazione del profeta Isaia: «Eccomi, manda me» (Is 6,8). È la risposta sempre nuova alla domanda del Signore: «Chi manderò?» (ibid.). Questa chiamata proviene dal cuore di Dio, dalla sua misericordia che interpella sia la Chiesa sia l’umanità nell’attuale crisi mondiale. «Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca... ci siamo tutti. Come quei discepoli, che parlano a una sola voce e nell’angoscia dicono: “Siamo perduti” (v. 38), così anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme» (Meditazione in Piazza San Pietro, 27 marzo 2020). Siamo veramente spaventati, disorientati e impauriti. Il dolore e la morte ci fanno sperimentare la nostra fragilità umana; ma nello stesso tempo ci riconosciamo tutti partecipi di un forte desiderio di vita e di liberazione dal male. In questo contesto, la chiamata alla missione, l’invito ad uscire da sé stessi per amore di Dio e del prossimo si presenta come opportunità di condivisione, di servizio, di intercessione. La missione che Dio affida a ciascuno fa passare dall’io pauroso e chiuso all’io ritrovato e rinnovato dal dono di sé.

Nel sacrificio della croce, dove si compie la missione di Gesù (cfr Gv 19,28-30), Dio rivela che il suo amore è per ognuno e per tutti (cfr Gv 19,26-27). E ci chiede la nostra personale disponibilità ad essere inviati, perché Egli è Amore in perenne movimento di missione, sempre in uscita da sé stesso per dare vita. Per amore degli uomini, Dio Padre ha inviato il Figlio Gesù (cfr Gv 3,16). Gesù è il Missionario del Padre: la sua Persona e la sua opera sono interamente obbedienza alla volontà del Padre (cfr Gv 4,34; 6,38; 8,12-30; Eb 10,5-10). A sua volta Gesù, crocifisso e risorto per noi, ci attrae nel suo movimento di amore, con il suo stesso Spirito, il quale anima la Chiesa, fa di noi dei discepoli di Cristo e ci invia in missione verso il mondo e le genti.

«La missione, la “Chiesa in uscita” non sono un programma, una intenzione da realizzare per sforzo di volontà. È Cristo che fa uscire la Chiesa da se stessa. Nella missione di annunciare il Vangelo, tu ti muovi perché lo Spirito ti spinge e ti porta» (Senza di Lui non possiamo far nulla, LEV-San Paolo, 2019, 16-17). Dio ci ama sempre per primo e con questo amore ci incontra e ci chiama. La nostra vocazione personale proviene dal fatto che siamo figli e figlie di Dio nella Chiesa, sua famiglia, fratelli e sorelle in quella carità che Gesù ci ha testimoniato. Tutti, però, hanno una dignità umana fondata sulla chiamata divina ad essere figli di Dio, a diventare, nel sacramento del Battesimo e nella libertà della fede, ciò che sono da sempre nel cuore di Dio.

Già l’aver ricevuto gratuitamente la vita costituisce un implicito invito ad entrare nella dinamica del dono di sé: un seme che, nei battezzati, prenderà forma matura come risposta d’amore nel matrimonio e nella verginità per il Regno di Dio. La vita umana nasce dall’amore di Dio, cresce nell’amore e tende verso l’amore. Nessuno è escluso dall’amore di Dio, e nel santo sacrificio di Gesù Figlio sulla croce Dio ha vinto il peccato e la morte (cfr Rm 8,31-39). Per Dio, il male – persino il peccato – diventa una sfida ad amare e amare sempre di più (cfr Mt 5,38-48; Lc 23,33-34). Perciò, nel Mistero pasquale, la divina misericordia guarisce la ferita originaria dell’umanità e si riversa sull’universo intero. La Chiesa, sacramento universale dell’amore di Dio per il mondo, continua nella storia la missione di Gesù e ci invia dappertutto affinché, attraverso la nostra testimonianza della fede e l’annuncio del Vangelo, Dio manifesti ancora il suo amore e possa toccare e trasformare cuori, menti, corpi, società e culture in ogni luogo e tempo.

La missione è risposta, libera e consapevole, alla chiamata di Dio. Ma questa chiamata possiamo percepirla solo quando viviamo un rapporto personale di amore con Gesù vivo nella sua Chiesa. Chiediamoci: siamo pronti ad accogliere la presenza dello Spirito Santo nella nostra vita, ad ascoltare la chiamata alla missione, sia nella via del matrimonio, sia in quella della verginità consacrata o del sacerdozio ordinato, e comunque nella vita ordinaria di tutti i giorni? Siamo disposti ad essere inviati ovunque per testimoniare la nostra fede in Dio Padre misericordioso, per proclamare il Vangelo della salvezza di Gesù Cristo, per condividere la vita divina dello Spirito Santo edificando la Chiesa? Come Maria, la madre di Gesù, siamo pronti ad essere senza riserve al servizio della volontà di Dio (cfr Lc 1,38)? Questa disponibilità interiore è molto importante per poter rispondere a Dio: “Eccomi, Signore, manda me” (cfr Is 6,8). E questo non in astratto, ma nell’oggi della Chiesa e della storia.

Capire che cosa Dio ci stia dicendo in questi tempi di pandemia  diventa una sfida anche per la missione della Chiesa. La malattia, la sofferenza, la paura, l’isolamento ci interpellano. La povertà di chi muore solo, di chi è abbandonato a sé stesso, di chi perde il lavoro e il salario, di chi non ha casa e cibo ci interroga. Obbligati alla distanza fisica e a rimanere a casa, siamo invitati a riscoprire che abbiamo bisogno delle relazioni sociali, e anche della relazione comunitaria con Dio. Lungi dall’aumentare la diffidenza e l’indifferenza, questa condizione dovrebbe renderci più attenti al nostro modo di relazionarci con gli altri. E la preghiera, in cui Dio tocca e muove il nostro cuore, ci apre ai bisogni di amore, di dignità e di libertà dei nostri fratelli, come pure alla cura per tutto il creato. L’impossibilità di riunirci come Chiesa per celebrare l’Eucaristia ci ha fatto condividere la condizione di tante comunità cristiane che non possono celebrare la Messa ogni domenica. In questo contesto, la domanda che Dio pone: «Chi manderò?», ci viene nuovamente rivolta e attende da noi una risposta generosa e convinta: «Eccomi, manda me!» (Is 6,8). Dio continua a cercare chi inviare al mondo e alle genti per testimoniare il suo amore, la sua salvezza dal peccato e dalla morte, la sua liberazione dal male (cfr Mt 9,35-38; Lc 10,1-12).

Celebrare la Giornata Missionaria Mondiale significa anche riaffermare come la preghiera, la riflessione e l’aiuto materiale delle vostre offerte sono opportunità per partecipare attivamente alla missione di Gesù nella sua Chiesa. La carità espressa nelle collette delle celebrazioni liturgiche della terza domenica di ottobre ha lo scopo di sostenere il lavoro missionario svolto a mio nome dalle Pontificie Opere Missionarie, per andare incontro ai bisogni spirituali e materiali dei popoli e delle Chiese in tutto il mondo per la salvezza di tutti.

La Santissima Vergine Maria, Stella dell’evangelizzazione e Consolatrice degli afflitti, discepola missionaria del proprio Figlio Gesù, continui a intercedere per noi e a sostenerci.

Roma, San Giovanni in Laterano, 31 maggio 2020, Solennità di Pentecoste

 

Franciscus

 
Il Vescovo Claudio PDF Stampa E-mail

In questa settimana chi desidera può unirsi alla preghiera seguendo le celebrazione presiedute dal Vescovo Claudio e trasmesse in TV sul canale 12 (Tv7 Triveneta) e sul canale Youtube della diocesi

https://www.youtube.com/c/DiocesiPadovaVideo.

  • Domenica 5 ore 9,30
  • Giovedì 8 ore 20,30
  • Venerdì 10 ore 15,00
  • Sabato 11 ore 20,00
  • Domenica 12 ore 9,30

I palinsesti di TV2000 (canale 28) e Rai1 propongono, come sempre, la trasmissione delle celebrazioni presiedute da papa Francesco.

 
Come vivere questi giorni di Pasqua? PDF Stampa E-mail
Scritto da Don Mattia   

Non potendo celebrare l'Eucaristia tutti insieme, la possibilità migliore per vivere il triduo pasquale è pregare la liturgia delle ore.
Ci sono diverse app (Liturgia delle Ore, iBreviary, ePrex) che si possono scaricare su uno smartphone o anche siti (la sezione liturgia del sito www.chiesacattolica.it oppure www.liturgiadelleore.it) dove si trova la liturgia giorno per giorno. La liturgia delle ore (una volta chiamata Breviario) è autenticamente Liturgia della Chiesa anche nel caso in cui non sia presente un ministro ordinato. E' la celebrazione del mistero pasquale di Cristo lungo il corso di una giornata (in particolare la risurrezione con le lodi mattutine e la croce con i vespri serali); è il modo più efficace per vivere la comunione ecclesiale con tutti i cristiani sparsi nel mondo che ad ogni ora del giorno si fermano a lodare il Signore.

La diocesi ha preparato anche un sussidio per "una celebrazione domestica" della Pasqua che potete scaricare qui.

Oltre a questo c'è anche un altro sito che ha una interessante proposta di preghiera domestica; un sito attivo da qualche giorno, dopo la preghiera di venerdì scorso in piazza san Pietro di papa Francesco: www.insiemesullastessabarca.it

Il bollettino Settimana Santa 2020 è infine disponibile qui.

 
Pasqua al tempo di coronavirus PDF Stampa E-mail
Scritto da Don Mattia   

 

E' decisamente una Pasqua insolita quella che ci stiamo apprestando a celebrare, come insolita è stata la quaresima che abbiamo vissuto in queste settimane.

La presenza del Coronavirus nelle nostre zone ha coinciso proprio con questo tempo. Le immagini della festa di carnevale del nostro Comune vissuta il 16 febbraio sono le ultime che ci rimangono dentro e ci ricordano le cose belle che siamo capaci di fare quando siamo tutti insieme

Proprio stamattina, aprendo la chiesa, ho sospirato guardando il presbiterio spoglio e l'altare senza tovaglia: una famiglia che non può ritrovarsi per mangiare insieme è proprio triste.

Sono diverse le immagini che mi hanno accompagnato in questa quaresima così particolare e mi piace lasciarvene due...

 

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